Cristina Bruni - Per amore del gioco


Incipit del racconto

Quel sabato sera, l’All Stars pullulava di ragazzi e ragazze della Long Valley High School di New Heaven in Georgia, seduti sugli sgabelli al bancone in stile Anni ‘50 o accomodati nei vecchi divanetti dalla fodera rossa ormai consunta.
«Chi sono i migliori?» gridò qualcuno a squarciagola.
«Noi siamo i migliori!» urlò qualcun altro in risposta.
«E chi sono i perdenti?»
«Gli Small Warriors sono i perdenti!»
«Sì!»
Il tavolo tremò sotto la furia di un “esercito” di mani che aveva iniziato a manifestare il proprio entusiasmo per la vittoria appena conseguita battendovi sopra con estrema foga. Un po’ troppa, forse: se Darin non avesse avuto ancora i riflessi in allerta, la sua Coca si sarebbe certamente rovesciata.
«E chi sono i nostri eroi?»
«Cal e Dar!»
Altre sferzate di esaltazione percossero il tavolo.
Darin sentì le gote infiammarsi d’orgoglio. Sollevò lo sguardo e lo portò su Caleb, il suo migliore amico, seduto di fronte a lui. Gli occhi che incontrò scintillavano di soddisfazione mischiata a una buona dose di vanità.
«Siamo i migliori, eh, Dar?»
Quella sera si erano giocati il loro quarto di finale della Georgia High School Boy Soccer Championship contro gli Small Warriors. A metà della ripresa, Darin aveva dribblato tre avversari offrendo a Caleb un assist su un piatto d’argento. Esercitando un controllo perfetto, l’amico aveva calciato la palla con il sinistro, spedendola nella porta avversaria, all’incrocio dei pali, segnando così il gol che avrebbe traghettato i Crows alle semifinali del campionato scolastico.

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