Annemarie De Carlo – Non scapperemo più


Incipit del racconto

E’ quasi l’alba. Il blu cupo della notte si sta infatti trasformando nell’azzurro elettrico e luminoso del mattino, lo vedo attraverso le persiane non del tutto abbassate, mentre l’insegna del Bar di Chicco si accende di un giallo brillante regalando un’idea di calore e odore di caffè appena fatto.

Sono sveglio e fumo, ascoltando il tuo respiro, il respiro regolare dell’amante dormiente, felice dopo le fatiche dell’amore. La linea del tuo fisico sottile e sinuoso abbracciato al cuscino sollecita le mie fantasie, ma rispetto il tuo bisogno di riposo, amore mio. Mi muovo appena, per non disturbarti mentre dormi.

Ti giri e aderisci al mio corpo nudo, allunghi un braccio e ti stringi al mio petto, sorridendo.

Ti osservo e sorrido a mia volta dei questo tuo inconsapevole bighellonare in mondi alternativi, probabilmente vagando in avventure solo a te conosciute. Passo le dita tra i tuoi capelli biondi e arruffati, bagnati dal sudore notturno che, per me, è profumo di vita e di illusione. Allunghi una gamba, la stendi sulle mie, ed è facile lasciar partire la fantasia aspettando una risposta alla mia eccitazione.

Sogno di te che mi passi lieve una mano sul ventre in attesa, poi scende verso il basso e che afferra la mia mascolinità già pronta. Che carezzi e stringi, che solletichi e stuzzichi. E che mi fai esplodere in mille schegge di incanto e passione.

Mi riapproprio della realtà ed espiro insieme al fumo le angosce e le paure. Non abbiamo più tempo. Presto ci scopriranno e ci tortureranno per l’amore che ci unisce, per l’incresciosa ribellione che ci ha visti osare. Dovremmo fuggire da qui, lontano, in un dove che possa ancora essere considerato lecito e legittimo.

Ma adesso non ho voglia di svegliarti, di raccattare la nostra roba buttata via dall’urgenza del momento e uscire di soppiatto in quella che ormai non è più segretezza del buio ma evidenza della luce del giorno. Voglio restare qui a guardarti dormire e carezzarti le spalle, i capelli, affondare le dita tra i riccioli scomposti e assaporare ogni centimetro di pelle setosa che mi offri con voluttà inconsapevole.

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